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Sostituire gli ansiolitici 

 

Risposta ad un lettore che chiede di sostituire gli ansiolitici della moglie con le erbe

 

 ...Quanto al parere che mi chiede vorrei poterle essere più utile  ma purtroppo non posso dirle gran che. Ci sono campi in cui le erbe sono nettamente preferibili ai medicinali di sintesi e altri in cui i medicinali battono le erbe, almeno per efficacia e rapidità dei risultati. Il campo degli ansiolitici è uno di questi ultimi. Premetto che io parlo per la mia tradizione (o scuola erboristica), che è quella dell'Italia settentrionale casereccia, quella degli infusi e dei decotti per intenderci, da cui sono escluse tutte le erbe "pericolose". Non so molto delle scuole omeopatiche, dei fiori di Bach, e di tutte le altre nuove tendenze (d'altra parte ho lasciato l'esercizio professionale dell'erboristeria circa quindici anni fa quando alcune di queste non erano ancora nate), quello che ne so lo so per sentito dire e, come ho più volte ribadito, preferisco parlare solo di ciò di cui ho esperienza diretta. Non conosco neppure i medicinali che lei mi cita, ma credo che per una persona abituata a servirsene sia difficile farne a meno sostituendoli con mezzi più blandi (spesso in questi casi subentra oltretutto l'effetto rassicurante, l'autopersuasione che solo con quel dato prodotto, che ha già dato una volta risultati positivi, si possa superare il problema ecc.) Ho l'impressione che gli ansiolitici dell'ultima generazione agiscano fra l'altro sulla produzione delle endorfine o qualcosa del genere (un altro campo di cui so molto poco). Inoltre non capisco cosa Lei intenda per "risultati disastrosi" della cura naturale che la sua compagna ha provato. Le erbe che conosco io possono tuttalpiù non dare risultati, ma molto difficilmente aggravano il disturbo o ne causano altri (so di qualche caso in cui due sedativi fra i più noti, valeriana e camomilla, hanno dato l'effetto contrario, probabilmente per una sorta di allergia, ma si riferiva all'insonnia, non all'ansia).  
E dopo la lunga serie delle cose che non so vediamo cosa potrei dirle di positivo. Poniamo la questione in questi termini: se lei fosse venuto in negozio (quando ce l'avevo) cosa avrei fatto? Intanto le avrei chiesto qualcosa di più della sua compagna: da quanto tempo esiste il problema e segue la cura, se riesce a dormire, se ha energia, dati sulla pressione, sul mestruo/eventuale menopausa, sulle condizioni dell'apparato digerente, su eventuali disturbi dell'alimentazione, ecc. Poi le avrei probabilmente suggerito (con le premesse sull'efficacia esposte sopra) di provare a ridurre gradualmente la dose dei medicinali, aiutandosi con infusi rilassanti, la cui composizione avrebbe potuto essere corretta via via in base ai risultati. Tenevo sempre pronto un miscuglio di tutte le erbe sedative (usate insieme se ne sfrutta la sinergia) a cui aggiungere secondo i casi correzioni specifiche. Nel caso della sua compagna, in assenza di altre informazioni, avrei provato ad aumentare la percentuale di valeriana nella misura del 10, 20 o anche 30% (a meno che non esista una comprovata intolleranza o disturbi digestivi) e inoltre avrei rafforzato le componenti di melissa, luppolo (tanto quanto il cliente ne riesce a sopportare perché è amaro come il fiele) e anice verde.

 

 

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