Anice stellato ed influenza aviaria
"Il Sole 24 ore" del 3 novembre 2005 riporta la notizia che nei mercati di Pechino l'anice stellato va a ruba, perché "contiene il principale principio attivo del Tamiflu, l'antivirale che si è rivelato abbastanza efficace nel trattare le persone colpite da influenza aviaria". Il quotidiano prosegue avvertendo però che "non vi è alcuna prova che l'infuso possa essere efficace nel curare la malattia". Sull'infuso anch'io ho qualche dubbio, perché il frutto dell'anice stellato è così legnoso che difficilmente potrà cedere tutti i principi attivi per semplice infusione in acqua bollente. Ma esiste in commercio l'olio essenziale di anice stellato, che, come scrivo più sopra ha eccellenti doti antifermentative e carminative (in pratica sgonfia l'addome dai gas). Quattro o cinque goccie mescolate a un bicchier d'acqua da prendere quotidianamente potrebbero essere un preventivo. Altrimenti è possibile ricavarne un vino speziato lasciando in infusione 50 g. di frutti spezzati per 15 giorni in un litro di barolo o di altro vino ad alta gradazione. Da bere a bicchierini dopo i pasti. Infine si può trovare in commercio la polvere: ighiottita con un po' d'acqua o con una cialda dovrebbe sfruttare tutti i principi attivi della pianta.
Le voci contrastanti sull'anice stellato
Leggo in rete una notizia che mi pare notevolmente priva di logica. L'autore sarebbe il direttore del Centro di Medicina naturale, Ospedale San Giuseppe, Empoli (ma le sue conclusioni sono state echeggiate a catena da innumerevoli notiziari). Egli scrive:
a) dall'Anice stellato è stato isolata una
sostanza ben nota agli studiosi di piante medicinali, l' ACIDO SHIKIMICO, che
già da alcuni anni è utilizzato per la sintesi farmaceutica del farmaco oggi
ritenuto l'antivirale per eccellenza in caso di influenza aviaria.
b) L'uso del decotto, o della polvere o dell'olio
essenziale ottenuto dall' Anice stellato, non consente affatto di ottenere il
farmaco antivirale, per il quale occorrono elaborati processi di sintesi
chimico-farmaceutica.
E fino a qui possiamo anche capire. Effettivamente non c'è nessuna prova
che l'erba allo stato puro abbia gli stessi effetti del Tamiflu (il costosissimo
farmaco che negli ultimi mesi è ricercatissimo). Ma poi il dottore
aggiunge:
c) Esistono però anche delle avvertenze sui
rischi: in natura esistono due frutti molto simili di anice stellato, quello
cinese (Illicium verum), chiamato anche Badiana, abitualmente utilizzato come
aromatizzante per molte tisane digestive, o per l'estrazione dell'essenza ricca
di anetolo; e quello "bastardo", di origine giapponese (Illicum religiosum),
chiamato proprio "Shikimi" ricco invece di sostanze potenzialmente pericolose ad
esempio la miristicina, capaci di provocare addirittura crisi convulsive. Le due
piante quindi, pur essendo diverse botanicamente, originano però entrambe
dall'estremo oriente, hanno frutti e semi molto simili, e possono essere confuse
da un occhio inesperto (1). Si raccomanda pertanto di non ricorrere all'impiego
domestico di preparazioni a base di anice stellato per combattere l'influenza,
tanto meno per prevenire o curare quella aviaria.
Ma che discorso è? Forse che il dottore non mangia pomodori perché "esistono in
natura" solanacee simili al pomodoro le cui bacche sono velenose? Forse che i potenziali
influenzati vanno a raccogliersi l'anice stellato direttamente dalla pianta (fra
l'altro prendendo per sbaglio l'aereo che li porta in Giappone quando volevano
andare in Cina)?
La realtà è che l'olio essenziale di anice stellato che da decenni si trova in
commercio in Italia (al prezzo di pochi euro) è ricavato esclusivamente dall'Illicium
verum cinese, ed è stato largamente utilizzato per le sue funzioni digestive
e carminative senza mai provocare danni a nessuno.
Pare che la ditta produttrice del Tamiflu si sia assicurata la stragrande
maggioranza della produzione di anice stellato del 2005. Non sarà che temono la
concorrenza del "fai da te"?
Per chi desidera approfondire segnalo, fra i molti notiziari che hanno
amplificato queste voci:
www.kwsalute.kataweb.it
www.greenplanet.net
Nota
(1) Oltretutto pare che, pur conservando la caratteristica forma a stella, i
semi dell'illicium religiosum siano opachi, mentre chiunque abbia avuto
per le mani l'anice stellato ha notato la particolare lucidità dei grossi semi
dell'Illicium verum, che sembrano smaltati. Dunque non dovrebbe essere
neanche così difficile smascherare le sofisticazioni, ammesso che ce ne siano.
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